Su un crocevia di strade che conducono a vari punti della cittadina, si erge la Chiesa di Maria SS. Odigitria. Oggi chiusa al culto, il suo nome riporta alla sua origine greca. Costruita nel 1596, sulla facciata si apre una piccola edicola votiva, più recente rispetto all’intero edificio, sotto la quale si leggono sul marmo le parole di un’indulgenza. Al centro si apre un portone di legno: l'interno ospitava un rilevante apparato artistico e decorativo, affreschi riconducibili a Pietro Novelli e stucchi di Giacomo Serpotta.
La chiesa si trova nel quartiere Carmine, una zona di campagna fuori dalle mura diventata nel XVI secolo un immenso giardino dove abitavano i dignitari della Corte Arcivescovile. Era il Giardino della Corte, luogo piacevole per la vista e per l’animo dove pare passeggiasse a lungo Antonio Veneziano, il più grande poeta siciliano. in cerca di ispirazione per le sue poesie in dialetto siciliano e poemi in lingua latina. Vi abitavano piccoli proprietari terrieri, braccianti agricoli e modesti allevatori di bestiame.
A pochi passi, sulla via Odigitria, il profumo di un forno a legna alimentato da rami di ulivo, ricorda una delle tradizioni più antiche legate al territorio e alla storia della cittadina: l’inconfondibile pane di Monreale. Segue la stessa lavorazione da secoli e rende il pane dal sapore unico: una bruna crosta esterna croccante e spessa almeno tre millimetri, cosparsa di semi di sesamo, con mollica di colore giallo intenso. Che si tratti di una pagnotta tonda o pizziata, di un filone lungo o a scaletta o di un pupiddu, una sosta è d’obbligo in questa lenta passeggiata che ha il sapore di un tempo.
Crediti: Arch. Paola La Scala